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blog – fawara

Fawara: facility ways rapport

Gentilissimi,

facendo seguito alla nostra missione imprenditoriale in Tunisia, durante la quale abbiamo avuto l’onore di incontrarvi e valutato insieme l’obiettivo di definire e studiare le varie possibilità di partenariato nei diversi settori produttivi.

Occasione nella quale ci siamo impegnati a realizzare un portale che oggi abbiamo battezzato con il nome di fawara: facility ways rapport.    

 

Fawara.net è il progetto che vede i nostri Paesi, la nostra gente, le nostre professionalità, le nostre aziende, i nostri enti no profit, insieme, in rete, per consolidare i rapporti di amicizia e di collaborazione tra Tunisia e Sicilia. Un ponte di collegamento tra la riva sud e la riva nord del Mediterraneo, una piattaforma di dialogo e partnership.

Questa portale potrà diventare il nostro strumento, la nostra chiave per far rivivere gli antichi splendori di un Mediterraneo di pace, prosperità e sviluppo.

La nostra Mission sarà quella di:

coinvolgere aziende, enti e persone ( facility ).

… di pensare, scoprire, ideare soluzioni, modi, vie ( ways ) da seguire per…

… costruire una rete di relazioni e rapporti internazionali ( rapport ) al fine di…

… produrre una chiave per il nostro successo ( la nostra Vision ) sempre nel rispetto e pensando al nostro mare mediterraneo

 

Our mission will be to:

involve companies, institutions and people ( facility )

think, discover, devise solutions, ways ( ways ) to follow for…

… build a network of rapports and international relations ( rapport ) in order to …

… produce a key to Your success ( our Vision ) always respecting and

thinking about our mediterranean sea

 

 

FAWARA sarà la nostra piattaforma nella quale far confluire persone aziende idee progetti. Il logo nasce dall’acronimo di Facility Ways Rapport  che rappresenta la nostra mission, la chiave “Key” evoca anche la chiave con cui i colleghi tunisini stanno cercando di vitalizzare attraverso il loro movimento la vita economica del loro paese. Nel logo molto più di “semplici” rapporti economici si evoca la fratellanza dei due paesi e il riconoscimento dell’impegno profuso in un grande progetto futuro.

​Al fine di animare la nostra piattaforma e riempirla di contenuti siamo lieti di chiedervi di farci pervenire:

  • Company profile della vostra azienda​
  • Vostre suggerimenti e idee progettuali

Non esitate a trasmettere eventuali dubbi alle mail in lingua Italiana (italia@fawara.net) o Francese/Arabo (tunisia@fawara.net).

Sperando di aver fatto cosa gradita

con l’occasione porgiamo cordiali e affettuosi saluti

 

 

Potential of concentrating solar power (CSP) technology in Tunisia and the possibility of interconnection with Europe

abstract In this paper, the potentials of solar resources and the suitable factors for the deployment of concentrated solar power CSP in Tunisia were presented. This study was done in the framework of the enerMENA project which aims to prepare the ground towards a sustainable realization of CSP power plants in the North Africa and Middle-East countries. Moreover, the electrical interconnection between Tunisia and Italy and the opportunity of the exploitation of renewable energy sources such as CSP plants in North Africa by European countries, were discussed. In addition, solar radiations data and weather parameters values delivered by a specific network of solar radiation and weather data installed in the Tataouine region at the south of Tunisia, were discussed from the angle of fitting with CSP technology. Besides, simulations of 50 MW parabolic trough solar power plant based on the solar radiation and climatic data delivered by the installed station were performed. The energetic and economic performances of the Tunisian simulated plant were compared with a reference CSP plant Andasol in Spain. The results prove that Tunisia has very important solar resources suitable for the CSP deployment such as the direct solar radiation DNI. Even, the total annual production of electricity generated from the simulated field of Tataouine exceeds that of the plant of Andasol in Spain by an amount of 1793 MWhe. However, the total investment cost is more important in the case of Tataouine station in Tunisia. A concentrated solar power project becomes economically competitive in Tunisia when the majority of the plant components such the collectors structure, the mirrors and the storage system should be manufactured locally in Tunisia to minimize the transport fees and by the way create jobs and enhances the local industry to investigate in this field.

Moncef Balghouthi n , Seif Eddine Trabelsi, Mahmoud Ben Amara, Abdessalem Bel Hadj Ali, Amenallah Guizani Thermal Process Laboratory LPT, Center of Researches and Energy Technologies CRTEn, Bordj Cédria, Tunisia

article

Missione in Tunisia

4 giorni in giro per la Tunisia con il Governatore Rosario CROCETTA , con i rappresentanti con delega all’internazionalizzazione di Confindustria Nino SALERNO e Josaphat Di TRAPANI, con Agostino MONTALBANO un esperto nella realizzazione di impianti di produzione alimentare ed energetico, con Marco ALICATA responsabile della Turco Costruzioni, con Vito SANTORO estrattore e commerciante di marmi,  Giorgio SALERNO della Salerno Packaging, Carmelo PULVINO in rappresentanza di alcune aziende del porto di Palermo e tanti altri.

A pianificare in maniera eccellente la missione degli imprenditori Sami BEN ABDELAALI, per lui una prova generale viste le grandi aspettative che nutrono molti imprenditori del settore cooperativo dopo la sua nomina a presidente di IRCAAC, ente nel quale si insedierà molto presto.

Alcuni momenti decisamente importanti per la delegazione, a Tunisi al CEPEX cuore nevralgico dell’esportazione e a UTICA (la Confindustria della Tunisia) per confrontarsi con Ouided BOUCHAMAOUI e soprattutto con Samir MAJOUL vicepresidente storico esponente di UTICA. Pranzo ufficiale con Mohsen MARZOUK, presidente del movimento machrou3 tounes leader decisamente carismatico della politica del paese e con la giovane parlamentare Khawla BEN AICHA che ha poi accompagnato la delegazione al Ministero per lo Sviluppo gli Investimenti e la Cooperazione Internazionale ad incontrare il ministro Ministro Fadhel Abdelkefi. 

Base operativa presso l’hotel Les Oranges di Hammamet dove domenica si sono conclusi i lavori con un interessante scambio di idee in un evento quale hanno partecipato una cinquantina di imprenditori in rappresentanza di altrettante e più aziende tunisine e quindici siciliani di svariati settori (agroalimentare, turistico, immobiliare, arredi alberghieri, abbigliamento, calzaturiero, energia , portuale, terziario) Il dibattito si è incentrato su possibili rapporti transfrontalieri Italia-Tunisia e in particolar modo alla creazione di canali di collaborazione diretti Italia Tunisia. Massimo SCALIA di Grandi Navi Veloci, Chaouki FRIAA manager della zona franca di Zarzis nel Governatorato di Médenine al sud-est della Tunisia e Carmelo PULVINO in rappresentanza delle aziende del porto di Palermo si sono dati appuntamento per studiare eventuali sviluppi e cominciare a pianificare le forme di collaborazione internazionale. Da evidenziare che nello stato nordafricano vige un nuovo codice d’investimento estremamente vantaggioso e competitivo come ad esempio l’esenzione totale delle tasse per i primi sedici anni. 

A settembre la delegazione Tunisina sarà in Sicilia ma non è detto che per allora non ci saranno altre novità.

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Legge Madia news su partecipate

Le prime modifiche spuntate nei decreti avviati ieri dal consiglio dei ministri si spiegano anche con questo fattore, oltre che con l’esigenza di rivedere il calendario per l’allungamento dei tempi prodotto dall’obbligo di tornare su provvedimenti già varati. Nascono da qui i tre mesi in più concessi alle pubbliche amministrazioni per scrivere il piano di dismissioni delle partecipate (e quindi per attuarlo, entro un anno dall’approvazione del piano) e alle società controllate per individuare gli esuberi.

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La nuova scadenza, come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri, è fissata al 30 giugno, mentre si riaprono fino al 31 luglio i termini, scaduti a dicembre, per adeguare ai principi della riforma gli Statuti delle società pubbliche.

Sui parametri che individuano le partecipazioni da abbandonare, per il momento, non è cambiato molto. I “governatori”, oltre al salvataggio delle partecipazioni detenute dalle finanziarie regionali, ottengono la possibilità di escludere dalla riforma le società che ritengono da proteggere per ragioni di interesse pubblico. Le altre deroghe arrivate con il correttivo sono iper-settoriali, e salvano le aziende agricole delle università e le società pubbliche che producono energia da fonti rinnovabili, mentre resta confermata la tagliola alle mini-società: la soglia minima di fatturato raggiunto in media nei tre anni precedenti per salvarsi resta a un milione di euro, e rimane l’obbligo di chiudere le società (1.200 secondo gli ultimi dati della Corte dei conti) con più amministratori che dipendenti. Finirà così? Difficile dirlo, perché il correttivo dovrà appunto ottenere l’intesa degli enti territoriali che a più riprese hanno chiesto di dimezzare il limite minimo di fatturato e concedere più autonomia alle scelte sulle mini-aziende. In discussione rimangono anche le modalità di gestione degli esuberi: in fatto di personale, il correttivo chiarisce che il blocco delle assunzioni nelle società controllate partirà solo quando sarà approvato il decreto del ministero del Lavoro chiamato a fissare le regole.

 articolo completo su:24ore

Di seguito uno stralcio dell’art.16 e l’articolo 18 della legge 124/2015

Art. 16.
Procedure e criteri comuni per l’esercizio di deleghe legislative di semplificazione

1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero entro il diverso termine previsto dall’articolo 17, decreti legislativi di semplificazione dei seguenti settori:

b) partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche;

Art. 18.

Riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche

1. Il decreto legislativo per il riordino della disciplina in materia di partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche è adottato al fine prioritario di assicurare la chiarezza della disciplina, la semplificazione normativa e la tutela e promozione della concorrenza, con particolare riferimento al superamento dei regimi transitori, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi, che si aggiungono a quelli di cui all’articolo 16:

  • a) distinzione tra tipi di società in relazione alle attività svolte, agli interessi pubblici di riferimento, alla misura e qualità della partecipazione e alla sua natura diretta o indiretta, alla modalità diretta o mediante procedura di evidenza pubblica dell’affidamento, nonché alla quotazione in borsa o all’emissione di strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati, e individuazione della relativa disciplina, anche in base al principio di proporzionalità delle deroghe rispetto alla disciplina privatistica, ivi compresa quella in materia di organizzazione e crisi d’impresa;
  • b) ai fini della razionalizzazione e riduzione delle partecipazioni pubbliche secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità, ridefinizione della disciplina, delle condizioni e dei limiti per la costituzione di società, l’assunzione e il mantenimento di partecipazioni societarie da parte di amministrazioni pubbliche entro il perimetro dei compiti istituzionali o di ambiti strategici per la tutela di interessi pubblici rilevanti, quale la gestione di servizi di interesse economico generale; applicazione dei princìpi della presente lettera anche alle partecipazioni pubbliche già in essere;
  • c) precisa definizione del regime delle responsabilità degli amministratori delle amministrazioni partecipanti nonché dei dipendenti e degli organi di gestione e di controllo delle società partecipate;
  • d) definizione, al fine di assicurare la tutela degli interessi pubblici, la corretta gestione delle risorse e la salvaguardia dell’immagine del socio pubblico, dei requisiti e della garanzia di onorabilità dei candidati e dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società, anche al fine di garantirne l’autonomia rispetto agli enti proprietari;
  • e) razionalizzazione dei criteri pubblicistici per gli acquisti e il reclutamento del personale, per i vincoli alle assunzioni e le politiche retributive, finalizzati al contenimento dei costi, tenendo conto delle distinzioni di cui alla lettera a) e introducendo criteri di valutazione oggettivi, rapportati al valore anche economico dei risultati; previsione che i risultati economici positivi o negativi ottenuti assumano rilievo ai fini del compenso economico variabile degli amministratori in considerazione dell’obiettivo di migliorare la qualità del servizio offerto ai cittadini e tenuto conto della congruità della tariffa e del costo del servizio;
  • f) promozione della trasparenza e dell’efficienza attraverso l’unificazione, la completezza e la massima intelligibilità dei dati economico-patrimoniali e dei principali indicatori di efficienza, nonché la loro pubblicità e accessibilità;
  • g) attuazione dell’articolo 151, comma 8, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di consolidamento delle partecipazioni nei bilanci degli enti proprietari;
  • h) eliminazione di sovrapposizioni tra regole e istituti pubblicistici e privatistici ispirati alle medesime esigenze di disciplina e controllo;
  • i) possibilità di piani di rientro per le società con bilanci in disavanzo con eventuale commissariamento;
  • l) regolazione dei flussi finanziari, sotto qualsiasi forma, tra amministrazione pubblica e società partecipate secondo i criteri di parità di trattamento tra imprese pubbliche e private e operatore di mercato;
  • m) con riferimento alle società partecipate dagli enti locali:
    • 1) per le società che gestiscono servizi strumentali e funzioni amministrative, definizione di criteri e procedure per la scelta del modello societario e per l’internalizzazione nonché di procedure, limiti e condizioni per l’assunzione, la conservazione e la razionalizzazione di partecipazioni, anche in relazione al numero dei dipendenti, al fatturato e ai risultati di gestione;
    • 2) per le società che gestiscono servizi pubblici di interesse economico generale, individuazione di un numero massimo di esercizi con perdite di bilancio che comportino obblighi di liquidazione delle società, nonché definizione, in conformità con la disciplina dell’Unione europea, di criteri e strumenti di gestione volti ad assicurare il perseguimento dell’interesse pubblico e ad evitare effetti distorsivi sulla concorrenza, anche attraverso la disciplina dei contratti di servizio e delle carte dei diritti degli utenti e attraverso forme di controllo sulla gestione e sulla qualità dei servizi;
    • 3) rafforzamento delle misure volte a garantire il raggiungimento di obiettivi di qualità, efficienza, efficacia ed economicità, anche attraverso la riduzione dell’entità e del numero delle partecipazioni e l’incentivazione dei processi di aggregazione, intervenendo sulla disciplina dei rapporti finanziari tra ente locale e società partecipate nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e al fine di una maggior trasparenza;
    • 4) promozione della trasparenza mediante pubblicazione, nel sito internet degli enti locali e delle società partecipate interessati, dei dati economico-patrimoniali e di indicatori di efficienza, sulla base di modelli generali che consentano il confronto, anche ai fini del rafforzamento e della semplificazione dei processi di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche partecipanti e delle società partecipate;
    • 5) introduzione di un sistema sanzionatorio per la mancata attuazione dei princìpi di razionalizzazione e riduzione di cui al presente articolo, basato anche sulla riduzione dei trasferimenti dello Stato alle amministrazioni che non ottemperano alle disposizioni in materia; 6) introduzione di strumenti, anche contrattuali, volti a favorire la tutela dei livelli occupazionali nei processi di ristrutturazione e privatizzazione relativi alle società partecipate;
    • 7) ai fini del rafforzamento del sistema dei controlli interni previsti dal testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, revisione degli obblighi di trasparenza e di rendicontazione delle società partecipate nei confronti degli enti locali soci, attraverso specifici flussi informativi che rendano analizzabili e confrontabili i dati economici e industriali del servizio, gli obblighi di servizio pubblico imposti e gli standard di qualità, per ciascun servizio o attività svolta dalle società medesime nell’esecuzione dei compiti affidati, anche attraverso l’adozione e la predisposizione di appositi schemi di contabilità separata.

[pdfviewer width=”1000px” height=”849px” beta=”true/false”]http://www.lvthns.com/wp-content/uploads/2017/02/legge_124_2015_riforma_pa.pdf[/pdfviewer]

 

per scaricare la legge 124/2015

legge_124_2015_riforma_pa

Imprenditori Maghrebini pronti a rilevare il pastificio Tomasello.

Una delegazione degli imprenditori tunisini accompagnati dall’On.le Mohsen Marzouk, Capo delegazione,già Ministro e Segretario Generale del partito Machrou Tounes è in Sicilia per verificare la possibilità di investimenti e di collaborazioni.

Tante le aree d’interesse da parte degli imprenditori Maghrebini che già operano in settori come la produzione di porcellana sanitari e piastrelle, l’agro-alimentare, la promozione immobiliare, la produzione in PVC, il trasporto marittimo, l’industria e il commercio di materiali da costruzione e imballaggio metallico, e nel campo dell’informatica.

Tahar Salah, Slim Jouini, Lotfi Abdennadher, Habib Hammlotfi-abdennadher11ami, Mehdi El Mahdi El Heuch, Mondher Ben Ayed questi i nomi dedli imprenditori e tra questi potrebbe esserci quello interessato al Pastificio Tomasello di Casteldaccia. Una delegazione di uno dei gruppi imprenditoriali ha visionato gli impianti e si è detto disponibile a poter trattare nel momento in cui si renderà disponibile sul mercato l’impianto. Attualmente la società è sottoposto a curatela fallimentare e si sta valutando la situazione patrimoniale e finanziaria.

tomaselloPiù di 100 anni da quando, nel 1910 a Casteldaccia, in provincia di Palermo, Giovanni e Francesca Tomasello decisero di mettere su quella che nasceva come una piccola attività artigianale, presto diventata un gran pastificio riuscito a posizionarsi come leader nel mercato siciliano, esportando i propri prodotti anche fuori dall’Isola. Lo stabilimento si sviluppa su un’area di 20.000 mq in prossimità del lungomare di Casteldaccia. Presente in tutte le più importanti catene distributive nel 2012 il fatturato era di circa 25 milioni di euro, venivano prodotti 2000 quintali di pasta al giorno con 6 linee di produzione ed oltre 80 formati di pasta prodotti.

Gli impianti si sono fermati nel novembre del 2014 e oggi forse si riaccende la speranza di farli ripartire. La speranza anche per le maestranze del pastificio di poter riprendere le loro attività lavorative.

A coordinare le attività Sami Ben Abdelaali consulente per l’internazionalizzazione e la crocettaimprenditoritunisini01171cooperazione internazionale del Presidente della Regione Siciliana. A suggellare l’interesse degli imprenditori verso questa ed altre operazioni le parole dell’On. Marzouk e del Governatore della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “L’idea è nata qualche settimana fa quando sono andato in Tunisia – ha spiegato il Governatore -. Il progetto è molto avanzato e mostra il dinamismo della società tunisina. Abbiamo molte realtà siciliane che già operano in Tunisia – ha sottolineato Crocetta -. E gli imprenditori tunisini cercano imprenditori per investire in Sicilia nei settori dell’agroalimentare, del commercio e del turismo. I vantaggi per gli operatori siciliani e tunisini sarebbero pratici. Quando si collabora con la Tunisia ci si apre ad un mercato del Maghreb arabo. La Tunisia gode di un asse privilegiato con l’Unione europea”.