La mission della Società degli Interporti siciliani è la realizzazione degli interporti di Catania e Termini Imerese. Che di fatto ancora non esistono, o meglio sul primo sono iniziati i lavori. È una società per azioni controllata per il 34 per cento dalla Regione Sicilia e poi da altri enti locali e società pubbliche. «Sin dal 1995» spiega Simona Nastro, referente della segreteria di direzione «era formata da un consiglio di amministrazione molto numeroso, dal 6 settembre del 2016 c’è un amministratore unico, Alessandro Albanese, e un organo di controllo, che è il collegio sindacale». Il compenso annuo di Albanese è di 30 mila euro. Le perdite superiori a un terzo del capitale sociale obbligano a ricapitalizzare. Il fatturato annuo è stato di 97.302 nel 2013, 121.377 nel 2014 e di 132.494 euro nel 2015.
Quindi al di sotto dei 500 mila, ma a detta degli amministratori la Interporti dovrebbe scampare al rischio chiusura. «Ritengo» aggiunge Nastro «che dovremmo salvarci anche perché abbiamo stipulato una convenzione con la Regione Sicilia e quindi dovremmo essere fuori dal novero delle partecipate da sopprimere. A Catania su quattro lotti ne abbiamo realizzati due: siamo quasi a metà dell’opera. A Termini Imerese dobbiamo ancora iniziare. Non sappiamo quando inizieranno i lavori».
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Nel Frattempo via libera della commissione Lavori pubblici del Senato alla nomina del Salernitano Andrea Annunziata (nella foto) a presidente dell’ Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale. «Andrea Annunziata è persona di altissimo spessore professionale e capace di sostenere adeguatamente le istanze di crescita e di sviluppo del territorio», dice il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Simona Vicari.
«Al futuro presidente spetterà un ruolo chiave vista l’ importanza strategica dei porti della Sicilia orientale nel Mediterraneo», conclude.